A Conversation with Roberto Zampiero

Federico Galli
Di Federico Galli

"Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano." Paulo Coelho

È il 9 Marzo 2020 e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia il lockdown per tutta l'Italia.

Inizia una fase completamente nuova alla quale nessuno di noi è abituato, quella di una reclusione forzata.

Come trasformare questa quarantena in un'occasione? 

Alcuni sono piombati in una pigrizia dalla quale sarà difficile liberarsi, altri hanno imparato a fare il pane, le nonne anche quelle più anziane, hanno imparato a videochiamare i propri nipoti con lo smartphone.

È indubbio infatti che il processo che ci porta a vivere online ha subito una brusca accelerazione, facendoci però allo stesso tempo comprendere l'importanza della vita reale e dei rapporti umani.

Io, durante questo periodo surreale, ho trovato nel lavoro, ma sopratutto nel costante confronto con le persone, uno stimolo importante e uno slancio di positività che mi sta dando una grande carica emotiva.

Ho avuto modo anche di stringere nuovi contatti e nuove amicizie.

Tra loro quella con Roberto Zampiero, imprenditore, talent scout, creativo e molto altro.

Un ragazzo che ha saputo unire volontà, passione, umiltà e un pizzico di sana follia, costruendo il suo percorso professionale che porta il nome di RZ Studio, con cui lancia sul mercato nuovi fashion brand, accompagnandoli nello sviluppo, nella distribuzione e seguendone il percorso a 360 gradi.

Tra noi, nell'attesa di quella vera, è arrivata una stretta di mano virtuale passando tramite i social e nonostante lo schermo che ci divide, non ci siamo lasciati sfuggire l'occasione di una chiacchierata.


Quanto è importante saper comunicare? I social network si stanno confermando uno strumento fondamentale. Quale il tuo rapporto con loro?
La nascita dei social network ha rappresentato un processo evolutivo in tutti i settori e in quello della comunicazione in primis! Il mio rapporto con queste piattaforme è molto equilibrato. Come tanti ho avuto la fortuna di aver fatto parte del processo di cambiamento stesso, passando dalla loro assenza alla loro (invadente!) presenza, imparando quindi a gestirla. Non ne abuso, ma allo stesso tempo è lavorativamente parlando, uno strumento molto importante in quanto se ben usato permette di mantenere relazioni e di trovare con un solo click nuove ispirazioni (musica, arte, designer, informazioni, etc..) Ovviamente tutto ciò non deve limitare la nostra conoscenza, il materiale infatti che circola su piattaforme come Instagram ha bisogno poi di essere approfondito. Inoltre bisogna saper scindere/valutare quelle che sono delle oggettive buone scoperte e quelle invece che sono “fuffa”. Sicuramente sono un sostenitore dei social media perchè probabilmente se avessi avuto la possibilità di utilizzarli fin da ragazzino il mio processo di conoscenza/inserimento ed esposizione del mondo moda sarebbe avvenuto in modo più rapido.


Quale è secondo te, la cosa che un brand dev'essere assolutamente capace di comunicare?
Autenticità, Valore, Sincerità. La condivisione del vero, il racconto del processo di realizzazione, la storia reale che c’è dietro un’opera d’arte come di un brand è fondamentale. Tutto ciò che è costruito puramente per “apparire” è destinato a morire!



Reale Vs Virtuale. Quali sono i canali più giusti per lanciare i brand al giorno d'oggi?
Una dimensione non prescinde dall’altra. Coesistere è essenziale: la realtà è fatta di contatti umani e relazioni. Il Virtuale, è un mezzo per comunicare in tempi più rapidi e avvicinare le persone e portarle poi nel mondo del reale. La situazione che stiamo vivendo ne è l’esempio! Raccontiamo la nostra realtà tramite un mondo virtuale, comunichiamo virtualmente con i nostri amici, stringiamo nuovi rapporti virtuali in attesa di viverli nella dimensione reale. Il progetto “in diretta con la moda” ne è l’esempio, in un momento in cui è quasi impossibile relazionarsi umanamente, proviamo a farlo tramite delle dirette live Instagram, coltivando vecchi e nuovi rapporti, collaborando e ideando insieme!


Con l'avvento dei social ci basta pubblicare un post per sentirci dei geni creativi. La ricerca di nuovi talenti quindi oggi è più facile o più difficile?
Come dicevo prima, il problema è proprio lì, molto spesso si confonde la creatività con il post creato semplicemente per cercare l'apprezzamento delle persone. Posso dire che la ricerca di nuovi talenti è sicuramente più complessa se ci facciamo guidare da una mera logica di numeri e quindi di follower; un occhio attento e sensibile si fa guidare dall’esperienza e da un intuito che prescinde tutto questo. Molte volte sono incuriosito da ciò che è meno esposto e meno valorizzato. E direi che in generale, questa attitudine è stata la chiave che mi ha fatto venire voglia di aprire un’agenzia che si occupasse proprio di new talent!


Mi racconti un aneddoto legato alle tue prime esperienze nella moda?
Sicuramente quello legato al mio primo vero contatto con il mondo dei new talent e allo sviluppo di un brand sul mercato italiano. Significativa è stata una nottata in festa a casa di un carissimo amico. Uno dei nostri “giochi” era quello di fare gli scouter nella moda e nell'arte - ovviamente all'epoca senza avere esperienza - si trattava solo di un gioco. Parliamo di 10/12 anni fa e girando sul web, nello specifico su Facebook, scoprimmo un nuovo brand di slippers borchiate, qualcosa di diverso, dal gusto punk londinese anni 80. Ebbi il coraggio di contattare questo ragazzo e proporgli una distribuzione secondo il classico vecchio metodo del “giro clienti” e così presi queste creazioni provando a proporle tramite amici di boutique con cui ero già in contatto. Il risultato? Fu davvero molto positivo!


Sbagliando si impara: qual è stato l'errore, nella vita come nel lavoro, che ti ha insegnato di più?
Molto spesso per carattere, l'errore è stato il non aver mai aspettato che le persone conquistassero la mia fiducia. Direi quindi il fidarsi troppo presto, senza approfondire e analizzare le situazioni. Ad oggi posso dire di avere una nuova consapevolezza nel modo in cui vivo i rapporti umani, sia lavorativi che personali.


Il tuo luogo del cuore?
Non esiste un luogo in particolare, ma ce ne sono diversi che avranno per sempre un proprio significato. Per motivi lavorativi dei miei genitori, infatti, ho avuto modo di vivere esperienze e rapporti in diversi posti e città.
Il Trentino ad esempio è il mio luogo d’origine quello dove sono nato. Milano, invece è la città che mi ha permesso di evolvere e scoprirmi, capire ciò che realmente amavo fare. È come se io avessi scommesso su di lei e lei su di me, è un amore incessante fatto di esperienze e soddisfazioni lavorative: Milan l'è gran Milan! La Puglia infine. Nonostante sia nato tra le montagne infatti, più di ogni altra cosa amo il mare, per le sue vibrazioni, il sapore del buon cibo, i profumi della terra e la semplicità della vita. Un luogo che è nel mio cuore anche perchè è la terra di origine della mia compagna, futura moglie e socia in affari.

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