Philosophy
Trenta7 è un marchio italiano di calzature da donna, creato dalla designer Eleonora Moccia.
Nata nel 1981 a Roma, Eleonora terminati gli studi in psicologia, nel 2008, decide di intraprendere un percorso creativo nel settore calzaturiero, frequentando il corso di Stilista-Modellista di Calzature presso la Scuola Cercal di San Mauro Pascoli, presieduta dal noto imprenditore e stilista Sergio Rossi.
A seguire, concretizza le sue competenze curando lo sviluppo degli accessori dei brand DSquared e Moschino presso l'Azienda Pollini, del Gruppo Aeffe di Alberta Ferretti.
Nel 2011, si trasferisce a Milano dove collabora con Rochas come assistente del direttore creativo Marco Zanini.
Una collaborazione che continuerà anche dopo il suo trasferimento a Roma in occasione delle sfilate del brand durante la fashion week parigina. Nel marzo del 2012, decide però di intraprendere un percorso personale, dando vita alla prima collezione firmata Trenta7.
Nelle sue collezioni di scarpe, il maschile è declinato al femminile, ironia e severità convivono nei contrasti geometrici attraverso interruzioni e sovrapposizioni di linee e materiali.
Elementi dell’universo simbolico maschile sono traslati in codici estetici iper-femminili, in un minimalismo tutt'altro che convenzionale e caratterizzato da minuzie e dettagli dal sapore vivamente artigianale. Segno distintivo del brand Trenta7 è la chiusura a cartella, presentata in palette cromatiche che vanno dal nickel all'ottone spazzolato.
Le pelli, selezionate tra le migliori concerie italiane, sono il frutto di un'accurata ricerca nella piena valorizzazione della qualità made in Italy, garantita dal lavoro artigianale del distretto calzaturiero marchigiano.
È il concetto di soglia, di porzione di spazio indefinito e indefinibile la base su cui si articolala le collezioni progettate da Eleonora Moccia. Confini imprecisi, frastagliati ma anche ingresso, confine, luogo di congiungimento: un rapporto di inclusione/esclusione tra elementi similari ed eterogenei di uno stesso elemento.
Limen come separazione, interruzione e ricongiungimento attraverso un filo invisibile che attraversa lo spazio; Limen come unione delle diversità, riconoscibilità dal discontinuo, connessione di parti in natura interrotte.
Leggerezza e severità vivono nei contrasti geometrici complementari, nelle soluzioni stilistiche e nei codici formali della collezione.
Interruzioni e sovrapposizioni di linee e materiali che delineano e decostruiscono il piede, e al tempo stesso attraversano la soglia di demarcazione tra il mondo maschile e quello femminile. Fenditure verticali si aprono su sandali o décollete in pelle.
Si insinuano nella collezione trasparenze che “sospendono” sulla pelle la forma del piede, generando strutture meravigliose nei colori basici come il bianco, nero, beige.
Ritornano, poi, le chiusure a cartella care alla designer, contaminate dal pvc trasparente o full color, nuova sperimentazione del brand per la prossima stagione calda.
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